martedì 30 aprile 2013

L'INGANNO



Mentre sto qui a rimuginar dolo
nell'anima mia il cuore si ribella
è il diavolo a ritmo battente

Pompa ribollente sangue
tra arterie di vena aorta
invasa dall'arsenico mordace
senza odore né sapore

Codardo strumento all'istante strugge
cestina d'amico valente rispetto e stima
avvolto nel movente di vile atto

Lutto è questa notte macabra
gelata scende su fratelli di sangue
sigillo si rompe tra vecchi amici d'antica origine

mercoledì 17 aprile 2013

ASPETTANDO IL MATTINO



Scalpitio maldestro 
di sentieri selvaggi 
infinite orme 
lasciano su cruente immagini 

nel cammino 
di tremolante imbrunire 
viaggia l’angoscia dell’oblio

un lunatico argento 
di rive lontane 
un mar in tempesta schiuma 

al cielo
bruma verdastra s'innalza 
intrisa di beata speranza

un’ombra 
dalla sorte sfinita
attende della notte il finir 
che lento volge a dar posto 
al buongiorno di un mattino 

Alla luce dell'alba
s'appresta impellente primizia
a schiudere brillantanti gusci
di rinvigorita rugiada


lunedì 15 aprile 2013

Quando la notte si avvicina...

Sul finir della sera tutto s'acquieta ma la mia ispirazione mi tormenta.
Ululo alla luna splendente, poi il corpo si addormenta, ma l'anima, irrequieta, nei sogni si proietta.

domenica 14 aprile 2013

SENZA TE

 
negli invadenti archi
di nuova luce
la noia come la morte s’affaccia

solo ora m’accorgo
quella volta incontrandoti
che toccai felicità

eppure non quotavo
l’importanza
dell’ineffabile presenza

sai ora che preziosa sei
invano nei ricordi cerco
quegli occhi come il sole

d'azzurro zampillavano essi
su quella strada del ritorno
quando s’incrociavano con i miei

empatia d’amore nell’aria s'alzava
nel danzante cinguettio dell'amore

ora invece che nella noia
mi consumo ricordandoti
nei miei occhi lo spettro dell’inferno
atrocemente si specchia

mercoledì 10 aprile 2013

L'arte è l'espressione della propria sensibilità.
E’ un’irrazionalità matta e incompresa, ma immensamente passionale, travolgente.
Sì l’arte della poesia è l'idioma della nostra anima, che ogni giorno si specchia in una realtà che non la appartiene; e lì davanti allo specchio che si guarda... e incomincia a fantasticare nella visione spirituale che la sovrasta. Nota l'abisso tra lei e la realtà, e qui, in bilico tra due dimensioni, coglie l'attimo fuggente, che la sua ispirazione più fervida e ardua diventa.
S’illumina la mente nel crogiolo dell’impulso creativo.




lunedì 8 aprile 2013

ARTISTICO DELIRIO (Jim Morrison)



I talenti sono tali perché sfidano l'impossibile

Era giovane bello e forte
il suo motto era
annusare la morte 

Entrava dalla porta del delirio 
e dall’aldilà 
con arte e musica ne usciva 

Lamentavasi d'infatuati suoi 
sue poesie non ascoltando
da musica dell’oblio dettate 

Idolo d’angoscia
con lingua di morte 
assaporava il senso proibito
annegando nell’alcool 
e nel sangue della droga

non per gusto di sfondarsi

l’impossibile estremo
annusare voleva

Come liberazione dell’anima
sorrideva alla morte 
e nelle acque di Ade 
si avverò il mito 
a raffreddare
il suo desiderio impetuoso 

Piangetelo
adesso
voi che la sua arte 
apprezzate 

Eroe è 
chi con l'artistico talento 
ha sfidato la morte

Nell'etra ora volano 
infatuati applausi 
e smaglianti sorrisi

Ci vorrebbe la rivoluzione


Ci vorrebbe la rivoluzione per restaurare i valori morali e civili, messi da parte da una classe politica arrogante, presuntuosa, che legifera solo a scopi di interessi personali, tralasciando l'arduo compito assegnatole, e cioè quello di governare una nazione con imparzialità, sul principio dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità, al fine di erogare servizi e non disservizi alla domanda di bisogni di una società.
Oggi purtroppo, questa Italia permette a corrotti politicanti da quattro soldi di infangare i principi morali di una nazione.
A malincuore devo pensare che anche le leggi elettorali, in questo paese, prima di essere suffragate, siano pianificate a tavolino per creare un tornaconto alle caste candidate alla politica, se così si può definirle.
Oggi siamo allo stato puro mafioso di una predominante classe politica, che con intrecci e misfatti, riesce a rimanere a galla, col bene placido di un vasto clientelismo di parte.
Diceva bene il Monicelli, prima di suicidarsi, (chissà per quale altro motivo, oltre al male oscuro che l'attanagliava, abbia deciso di eliminarsi da questa società), ci vuole la rivoluzione per il cambiamento generazionale della politica italiana; che ben vengano questi pionieri, cavalieri del Popolo e dei principi morali per una nuova Italia sovrana.

sabato 6 aprile 2013

ECCITANTI OSCURITA'



A finir d'un vermiglio
crepuscolo lento incede

Profondità d’intima vallata 
stormir di fronde origina

E' corroborante strofinio 
dell'oscura provenienza

QUANDO LA LUCE PRIMEGGIA NELLA NOTTE



Primeggia la luce nella notte 
io fra stelle aggrappato alla luna 
la via lattea delle comete inseguo 
ho appeso a scalfite mura 
un giaciglio di chiodi appiattiti

Di giorno fra nuvole bianche
come pura lana vergine mi fondo 
gente strana e goffa mi strattona
crede che sia un alieno d’altri mondi

Origliando l’affanno del mio respiro 
al di sopra d'un arco orizzontale 
dove senza macchie splende il sole 
m’accorgo che non c'è anomalia 
e contento navigo l'eterno mio nulla

Beata è l’immane dimensione 
tra dispotico mondo reo che condivisione 
d’empatico sentimento inibisce 
mentre qui da sempre vige

Nel congiungermi col divino nulla 
fendenti incomprensioni catapulto
purosangue ribelle d'implacabile spirito
mi disseta dall’arido generazionale

venerdì 5 aprile 2013

BEFORE THE RAIN



 Opprimente invadere d'angoscia
nell'etra oscuro m’addenso
atmosfera sospesa incombe
dominante è l'incertezza all’orizzonte

Schioccano tuoni brontolanti
fra pendii d'oscura valle
sia onore alla tempesta imminente
paventati esseri echeggiano
su proscenio di temuta ribalta

Occhi lontani dal sacro turbine
cielo spettrale invocano
cade al suolo arso dal fuoco
purificante vasello d'un mondo antico

ESSERE DONNA


Nell’anteprima che tutto accada
di un fragile cammin trocaico
atmosfera di profumi si sente

Artefice del rapimento artistico
tu donna sei come l’aria rarefatta
che imprigiona nobiltà d'animo
nel culmine d’un momento

Divinamente tu fragile sei
crogiolo di pazze menti
e gelo pungente di tramontana
per cuori in preda a frenesie

Sei tu donna concubina
compagna del piacere
o sei tu donna passionale
tormenta del desiderio
innanzitutto tu madre sei
concezione divina del frutto dell’amore

Oltre a santissima bellezza
tu pure dramma sei della gelosia
trasudando gentil sesso e lussuria
di giochi proibiti
nella piva sensualità di corte

Dovunque sei nell’esser donna
sei il culmine di una pentola bollente
che travasa gioia e amore
essiccando l'odio e la tristezza
e forse anche il viceversa

Sei la vetta di un monte innevata
alto quanto il Paradiso Terrestre
da cui scende il siero dell’esistenza

Sei nata per uomini con spade
conficcate nel perenne duello
succube magia del loro stesso martirio
nel duplicarsi in razze e popoli della terra

Oh donna tu sei di fonti un eterno avvicendarsi
in questo universale diluvio d’eterna vita
a te dono il premio Nobel di tutte le dottrine

LA CENTRIFUGA



Nell'ansimante notte
d'inquietudine
centrifugo contesti

Un oblò a mille giri 
arrotola l’umano esistere

Separa guna dell’inferno

IL MIO SILENZIO


Son qui nella nube del silenzio
voglio sentire ciò che mi scuote
stufo sono d’altisonanti paroloni 
chiusura lampo ora chiedo 
per labbra farcite del sornione dire
è groviglio di spudorato farneticare 

Appagante è l’invadere solitario
lenitivo io varco il bucolico mondo
Stradivario suona caldo al risveglio 
muta è la musica nel lontano sentire
assorta l’anima è nella divina grandezza 
energia esplode da un pugno ribelle 

E' veglia di dolce armonia
oltre stupida mondana moina
giulivo m’affogo nel pozzo d’amore 
guarisco da occhi tumefatti e gonfi 
in lacrime splendo di gioia
seppellendo violenza e nefandezza umana

Adesso qui nel mio placido silenzio 
sulle ali di un cuore ancora infranto
volo planando con i miei beati sogni 
tra sprazzi di luce ad altrui invisibili
nella siderale dimensione che mi circonda

RAGGIO DIVINO



Scorrono veloci nubi nel gelido firmamento
temono quel folle pianeta tinto di rosso 
disgustate schivano l’odio olezzo per altri mondi
svaniscono poi nell’incognito Universo 

Sopraggiunge il vento, veloce scorre nella volta 
fischia ad alta voce tra popoli sommersi
ma niente ha da raccogliere fra sordi tiranni
governano solchi bucati dalla morte
e collerici scaricano ira fra disobbedienti

Fantasmi uggiano forte dal dolore
piangono quella sfera degna d’amore 
cade pioggia acida a inzuppare anime morte 
bollenti gocce spellano corpi epurati dal Paradiso 

Addolorata natura la luce del sole invoca 
aspetta nuove albe e ansiose aurore 
a purificarsi dalle scorie d’incoscienza
e risorgere ancor più bella di prima 

Stelle esterrefatte brillano al cielo 
lacrimano bagliori di luce lassù

scendono sulla pelle d'un rigido corpo 
brivido nero, come il catrame d’infinite strade 
soccombe in quella notte

Cade sul mio cuore un raggio divino
perfora la vena aorta, fuoriesce sangue blu
pervade incognito astrale
s’illumina d’immenso il mio mondo sperduto