E m’affaccio al mondo
della mia finestra
ostinato è il vento
sul pianto d’ardenti occhi
Arida è l’anima nel deserto di fuoco
pallido è il cuore sui campi di battaglia
lotta divampa tra dimenticati
Venale è il sangue che scorre
sulle strade del terrore
rabbia e stizza di città perdute
affondano nel vomito verde
Scorre fraterno sangue
nel fiume dell’oblio
esonda di vergogna il Lete
alle falde del Gigante Monte
Una voce altisonante grida dall’alto
tuonano pianura e letto dell’inferno
resuscitano zombi senz’anima
Aggrappate sulla roccia
sanguinanti unghie invocano
salvezza di anime smarrite
dura sarà l’ascesa alla Vetta
Notevole suggestione, e grande trasporto, in versi, in una lirica dai toni molto accentuati, che mette in rilievo, la tua non comune abilità di autore, nell'affrontare gli argomenti più svariati, traendoli in magnifica poesia...
RispondiEliminaBuon proseguimento di domenica, caro Giovanni e un saluto, silvia
Sono molto lusingato di questo tuo commento e della attenzione costante al mio blog. Vivi una magnifica serata Silvia, ti saluto affettuosamente.
RispondiEliminaE' una discesa salita!! un monologo che arpiona l'anima al cospetto di tanta maestria..
RispondiEliminaGrazie per avermi onorato della tua presenza
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