domenica 14 luglio 2013

UN ECO DAL MONTE


E m’affaccio al mondo 
della mia finestra 
ostinato è il vento 
sul pianto d’ardenti occhi

Arida è l’anima nel deserto di fuoco
pallido è il cuore sui campi di battaglia
lotta divampa tra dimenticati 

Venale è il sangue che scorre 
sulle strade del terrore
rabbia e stizza di città perdute
affondano nel vomito verde 

Scorre fraterno sangue 
nel fiume dell’oblio 
esonda di vergogna il Lete
alle falde del Gigante Monte

Una voce altisonante grida dall’alto
tuonano pianura e letto dell’inferno
resuscitano zombi senz’anima

Aggrappate sulla roccia 
sanguinanti unghie invocano 
salvezza di anime smarrite
dura sarà l’ascesa alla Vetta


4 commenti:

  1. Notevole suggestione, e grande trasporto, in versi, in una lirica dai toni molto accentuati, che mette in rilievo, la tua non comune abilità di autore, nell'affrontare gli argomenti più svariati, traendoli in magnifica poesia...
    Buon proseguimento di domenica, caro Giovanni e un saluto, silvia

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  2. Sono molto lusingato di questo tuo commento e della attenzione costante al mio blog. Vivi una magnifica serata Silvia, ti saluto affettuosamente.

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  3. E' una discesa salita!! un monologo che arpiona l'anima al cospetto di tanta maestria..

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