venerdì 5 aprile 2013

RAGGIO DIVINO



Scorrono veloci nubi nel gelido firmamento
temono quel folle pianeta tinto di rosso 
disgustate schivano l’odio olezzo per altri mondi
svaniscono poi nell’incognito Universo 

Sopraggiunge il vento, veloce scorre nella volta 
fischia ad alta voce tra popoli sommersi
ma niente ha da raccogliere fra sordi tiranni
governano solchi bucati dalla morte
e collerici scaricano ira fra disobbedienti

Fantasmi uggiano forte dal dolore
piangono quella sfera degna d’amore 
cade pioggia acida a inzuppare anime morte 
bollenti gocce spellano corpi epurati dal Paradiso 

Addolorata natura la luce del sole invoca 
aspetta nuove albe e ansiose aurore 
a purificarsi dalle scorie d’incoscienza
e risorgere ancor più bella di prima 

Stelle esterrefatte brillano al cielo 
lacrimano bagliori di luce lassù

scendono sulla pelle d'un rigido corpo 
brivido nero, come il catrame d’infinite strade 
soccombe in quella notte

Cade sul mio cuore un raggio divino
perfora la vena aorta, fuoriesce sangue blu
pervade incognito astrale
s’illumina d’immenso il mio mondo sperduto

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